Essere un Interior Designer non è mai stato per me semplicemente un lavoro ma un vero e proprio stile di vita.

 

Esso si riflette nel modo di camminare, di respirare, nel modo in cui i tuoi occhi comunicano con l’anima. Non ho mai inteso l’architettura come l’aver trovato un buon “concept” iniziale o la perfezione nel saper disegnare. L’architettura sei tu, i tuoi clienti, il nostro modo di vivere. Il mio lavoro quotidiano è una missione, amo tradurre la storia delle persone in dettagli e materiali, cercando il più possibile di donare a ciascuno “Lo Spazio”, un posto nel quale identificarsi e percepire la vera bellezza, declinata nelle mille sfumature che ognuno possiede dentro di sé.

 

Quando penso ad un nuovo progetto di interior, lo immagino come un vero e proprio codice, un insieme di elementi dove le persone possano riconoscere la propria personalità ed intimità, per questo il lavoro di progettazione richiede rispetto, precisione e una spassionata attenzione ai bisogni del cliente.

 

Ho iniziato a immaginare e a costruire la mia arte da piccola, fin da quando ho avuto la capacità di percepire lo spazio intorno a me. Ogni oggetto in disuso, che fosse una scatola, la carta di un cioccolatino o della carta stagnola, diventavano forte fonte di attrazione per le mie mani, dovevo plasmare, tagliare, incollare, tutto riprendere vita in altra forma, diventava un oggetto di design.

 

E così a 19 anni ho varcato la soglia della Facoltà di Architettura de “La Sapienza” di Roma, un viaggio durissimo e affascinante che ha fatto crescere sempre di più la mia passione per questa arte meravigliosa che è l’Architettura